{ Sustarìa LAB }
Remapping Lago e Ricamo apotropaico sono i primi due laboratori di Sustarìa Festival, nati con l’obiettivo di portare nel programma dell’evento un momento di invenzione legato al design e alla comunicazione visiva. Attraverso pratiche progettuali collettive vengono affrontati i temi dell’identità culturale, del patrimonio immateriale e della relazione con i luoghi, nel contesto di un piccolo paese calabrese. Sustarìa LAB è un progetto nato nel 2020 fa da una collaborazione fra Cristina Muto - ideatrice e co-curatrice di Sustarìa Festival - e Rocco Punghellini, con l’obiettivo di portare nel festival un momento di invenzione legato al design e alla comunicazione visiva.
Sustarìa - Festival indipendente di teatro e cultura popolare, è nato a Lago (Cs) nel 2020. Il termine “sustarìa”, nel dialetto locale indica uno stato d’animo di indefinita inquietudine, di irrequietezza senza motivo apparente, analogo a quella malinconia che, secondo una vasta letteratura, sarebbe anche lo stato d’animo delle personalità creative. L’obiettivo del festival è quello di raccogliere e dare uno sbocco ai fermenti creativi che si agitano sotto la superficie della comunità locale, spesso soffocati da un immaginario culturale ormai dominante che proviene dai centri urbani. I laboratori, insieme a spettacoli e performance sono le attività principali del festival e nascono con l’esigenza di creare spazi di confronto e condivisione all’interno di una piccola comunità , in cui tradizioni e riti collettivi rappresentano ancora un forte elemento di coesione sociale.
Cristina Muto è designer e co-organizzatrice del festival Sustarìa. Laureata in design del prodotto al Politecnico di Milano, si è avvicinata a diversi ambiti progettuali grazie alle esperienze formative a Berlino e a Bangalore. In particolare al design partecipativo e al design per l’innovazione sociale. Attualmente ha sede a Milano dove lavora come UX-UI designer.
Rocco è un visual designer e front-end developer fluttuante fra Parigi - dove vive attualmente, Milano, e Parma. Formatosi in design della comunicazione al Politecnico di Milano, e successivamente al Royal College of Art di Londra, crede fortemente nel design come strumento per raccontare il presente ed emozionare. Fra i suoi interessi principali vi sono gli usi e le implicazioni etiche presenti e future della tecnologia.